Adad in accadico e Ishkur in sumero sono i nomi del dio della pioggia e della tempesta nella mitologia mesopotamica. Il suo nome si scriveva in sumero d.IM, era il patrono di Karkara. La divinità accadica è imparentata nel nome e nelle funzioni con il dio nord-occidentale semitico Hadad.
Durante l’impero babilonese, Adad fu considerato tra le divinità principali del pantheon e venne definito come figlio di Enlil. La doppia valenza degli aspetti propri del dio, la pioggia fertile e la tempesta distruttrice, è presente nel poema Atrahasis e nell’Epopea di Gilgamesh. A Babilonia e in Assiria era chiamato anche Ramman.
Figlio minore di Enlil (Ishkur in sumero) il cui principale dominio era la regione montuosa dell’Anatolia (l’odierna Turchia), terra degli Ittiti, che lo chiamarono “Teshub” (“Colui che genera la Tempesta di Vento”) e lo ritrassero su di un toro (suo “animale di culto”) armato di una saetta. Dopo il Diluvio ebbe il compito di supervisionare l’estrazione di oro e stagno in Sud America: la sua presenza è testimoniata dall’immagine scolpita sulla “Porta del Sole” a Tiahuanacu (in Bolivia) e dal suo emblema inciso sul versante di una collina nella baia di Paracas (in Perù). I testi cananei lo chiamavano semplicemente Ba’al (Signore), signore del “Luogo dell’atterraggio”, posto tra i monti del Libano.
Il nome e gli epiteti
Il Nome ISHKUR sembra un nome composto da una particella accadica (ISH da ISHA = Signore) e una sumera (KUR = montagna) e significherebbe “Signore delle Montagne”. Questo significato sarebbe ripreso in uno dei suoi epiteti, ILU.KUR.GAL (Signore della grande montagna). Secondo un’ altra analisi ISH sarebbe derivante dal termine accadico SHADDU, che significa ‘Montagna’ e da cui deriva il nome semitico El Shaddai (Signore delle montagne) con cui veniva chiamato Yahweh in epoca Abramitica. Era chiamato anche con il vezzeggiativo Dudu.
Identificazione in altre culture
Ishkur è sicuramente il personaggio che è servito come matrice per la nascita delle figure di Zeus e di Yahweh. Come Ishkur, anche Zeus veniva raffigurato come un gigante barbuto con in mano dei fulmini. Veniva da una zona montuosa (non era infatti una divinità greca autoctona) ad est, e il mito che riguarda l’uccisione di suo padre ricorda molto il mito hurrita in cui Ishkur uccide Kumarbi.
Per gli hurriti e gli ittiti era Teshub, e per le popolazioni semite occidentali era Adad. Viene menzionato anche nella Bibbia come Bal-Hadad. Nel regno di Urartu, in Armenia, era Teisheba, e in Siria era chiamato Tahunda. Tutte queste rappresentazioni lo vedono barbuto, con una scure e un tridente in mano.
I suoi attributi e la sua iconografia hanno una sconcertante coincidenza con quelli del peruviano Viracocha, Sitchin infatti sostiene che Viracocha non fosse altro che Ishkur, leader in medioriente di popolazioni kenite particolarmente abili nella lavorazione dei metalli.
Anche Viracocha guidava una popolazione abilissima nella lavorazione dei metalli.
In Africa occidentale era adorato come Xango.